Ultima modifica: 22 Dicembre 2019
> Didattica > Progetti per l’ampliamento dell’offerta formativa > Intercultura: culture diverse in dialogo

Intercultura: culture diverse in dialogo

Destinatari del progetto

Alunni delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie del Circolo Didattico 6 Rimini. Nelle schede delle azioni specifiche saranno indicate le sezioni della scuole dell’infanzia e le classi delle scuole primarie in esse coinvolte.

Durata del progetto

Di norma il progetto si svolge durante l’intero arco dell’anno scolastico. Le specifiche azioni in cui esso si articola potranno avere durate inferiori all’anno scolastico e per esse si rinvia alle specifiche schede allegate.

Descrizione del progetto e delle modalità in cui può essere sviluppato

Il compito specifico del primo ciclo è quello di promuovere l’alfabetizzazione di base attraverso l’acquisizione dei linguaggi e dei codici che costituiscono la struttura della nostra cultura. All’alfabetizzazione culturale e sociale concorre in via prioritaria l’educazione plurilingue e interculturale, che rappresenta una risorsa funzionale alla valorizzazione delle diversità e al successo scolastico di tutti e di ognuno ed è presupposto per l’inclusione sociale e per la partecipazione democratica.

Il Progetto può prevedere:

  • Un piano specifico di alfabetizzazione basato su due livelli:
  1. Primo livello: imparare l’italiano per comunicare;
  2. Secondo livello: imparare l’italiano per studiare.
  • Interventi di risorse presenti all’interno dell’istituzione scolastica o di esperti esterni;
  • Attività laboratoristi a classi aperte (in parallelo o in verticale);
  • Uscite didattiche;
  • Interventi di associazioni del territorio, nazionali e internazionali (no profit);

Interventi di mediatori culturali.

Finalità del progetto

L’importanza dell’educazione interculturale è sottolineata in numerosi documenti ministeriali. In particolare, nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo (2012) si legge:

 

“L’orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni specifico territorio possiede legami con le varie aree del mondo e con ciò̀ stesso costituisce un microcosmo che su scala locale riproduce opportunità̀, interazioni, tensioni, convivenze globali. Anche ogni singola persona, nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di informazioni sempre più̀ numerose ed eterogenee e si confronta con la pluralità̀ delle culture. Nel suo itinerario formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse. (…) Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché́ ogni persona sviluppi un’identità̀ consapevole e aperta. (…) Una molteplicità̀ di culture e di lingue sono entrate nella scuola. Interculturale è già̀ oggi il modello che permette a tutti i bambini e ragazzi il riconoscimento reciproco e dell’identità̀ di ciascuno.”

Nel profilo dello studente, inoltre, tra le competenze per l’apprendimento permanente (Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio europeo del 2006), due hanno una stretta relazione con l’educazione interculturale: la comunicazione nelle lingue straniere, che condivide essenzialmente le principali abilità richieste per la comunicazione nella madrelingua. La comunicazione nelle lingue straniere richiede anche abilità quali la mediazione e la comprensione interculturale. Le competenze sociali e civiche, che includono competenze personali, interpersonali e interculturali e riguardano tutte le forme di comportamento che consentono alle persone di partecipare in modo efficace e costruttivo alla vita sociale e lavorativa, in particolare alla vita in società̀ sempre più̀ diversificate, come anche a risolvere i conflitti ove ciò sia necessario. La competenza civica dota le persone degli strumenti per partecipare appieno alla vita civile grazie alla conoscenza dei concetti e delle strutture sociopolitici e all’impegno a una partecipazione attiva e democratica.

L’educazione interculturale nasce dall’incontro consapevole di soggetti e identità culturali differenti che si muovono insieme verso la costruzione di una nuova convivenza civile.

L’educazione interculturale opera nella concretezza quotidiana delle situazioni che gli studenti vivono nei diversi contesti, cercando di rendere partecipi le famiglie.

Le finalità a cui il Progetto tende si inseriscono all’interno del quadro di riferimento sopra descritto e sono:

  • Favorire e sostenere l’inserimento degli alunni stranieri per garantirne pari opportunità di successo scolastico;
  • Educare alle differenze, all’altro, al diverso per creare i presupposti di una cultura dell’accoglienza;
  • Promuovere il senso di appartenenza al gruppo attraverso la costruzione dell’identità personale.

Inserimento del progetto all’interno del contesto in cui opera la scuola così come descritto nel R.A.V. (Rapporto di autovalutazione)

Il contesto socio-economico di provenienza degli studenti si attesta su un livello medio-alto, sia per ciò che concerne l’istruzione dei loro genitori, sia per quanto riguarda il loro livello occupazionale; l’incidenza degli studenti con cittadinanza non italiana è bassa; non ci sono gruppi di studenti che presentano particolari caratteristiche socio- culturali (appartenenza a famiglie nomadi, provenienza da zone particolarmente svantaggiate, etc.). Tali dati, in termini di opportunità, fanno presupporre l’esistenza di un humus particolarmente dinamico e ricettivo di offerte formative ampie e articolate. Infatti, la bassa percentuale di studenti con cittadinanza non italiana consente di non diversificare, in termini di contenuti e modalità di erogazione, l’intervento formativo, connotandolo quindi di ampiezza e omogeneità sulle singole classi. Allo stesso tempo l’alto livello culturale delle famiglie di provenienza, oltre a costituire uno stimolo propositivo per il corpo insegnante, permette, nell’ambito dei relativi specifici ruoli, un’interazione più incisiva tra scuola e famiglia, sia in termini di complementarietà dello sviluppo formativo dell’alunno, sia in termini di partecipazione attiva e consapevole alla sua vita scolastica. Al contempo si evince che il tasso di immigrazione dell’Emilia-Romagna è il più alto tra le regioni italiane. La nostra istituzione scolastica, pertanto, è chiamata ad accogliere una presenza sempre più numerosa di alunni stranieri. Ciò richiede ulteriore progettualità e risorse umane per il processo di integrazione/inclusione di alunni di cultura diversa.

Le famiglie riescano ancora, in massima parte, a partecipare a tutte le iniziative didattiche proposte. Risultano realizzati dalla nostra scuola molti progetti, sia gratuiti che a pagamento, che coinvolgono tutte le tipologie di Enti presenti sul territorio. L’offerta del territorio è varia e molteplice e anche l’adesione della nostra scuola (alle risorse presenti e disponibili) è molto alta e positiva, con relativo notevole “potenziamento” educativo-didattico per tutti gli utenti. La presenza di alunni con cultura diversa può essere fonte di ulteriore arricchimento per tutti i soggetti coinvolti nel percorso scolastico.

Possibili effetti positivi del progetto in riferimento agli esiti degli alunni, così come descritti nel R.A.V.

  • Competenze chiave europee

La scuola valuta il livello delle competenze di cittadinanza degli studenti adottando criteri comuni per l’assegnazione del giudizio in merito al comportamento valutato in riferimento alla relazione con gli altri, all’osservanza delle regole e al senso di responsabilità, in ordine alla consapevolezza delle proprie azioni e delle azioni altrui nella convivenza scolastica e sociale

Allo sviluppo di quali competenze chiave europee il progetto può contribuire maggiormente

  • Competenze sociali e civiche (rispetto di sé e degli altri, rispetto di regole condivise, ecc.): dal RAV è emerso che nelle competenze sociali civiche il 12% di alunni presentano competenze di livello base ed iniziale, pertanto è un esito che la nostra scuola si sta impegnando a migliorare, elaborando uno strumento condiviso di osservazione e rilevazione di tutte le competenze chiave europee e di cittadinanza.
  • Strategie per imparare ad apprendere (capacità di schematizzare e sintetizzare, ricerca autonoma di informazioni, ecc.)

Abilità adeguate allo sviluppo dello spirito di iniziativa e imprenditorialità (progettazione, senso di responsabilità, collaborazione, ecc.

Pratiche educative e didattiche, come descritte nel R.A.V., all’interno delle quali il progetto si inserisce

  • Pratiche educative e didattiche
    • Ambiente di apprendimento (dimensione organizzativa e dimensione relazionale): si cerca in tutte le realtà scolastiche di fare quanto possibile per realizzare modalità didattiche innovative, in base agli ambienti e alle risorse umane a disposizione. Si considerano estremamente valide le attività in piccolo gruppo, il tutoring, il cooperative learning e i compiti diversificati che favoriscono i processi di apprendimento e di socializzazione degli alunni, permettendo di diversificare i livelli di lavoro e l’acquisizione delle competenze individuali. Le regole condivise fra scuola e famiglia, insegnante e gruppo classe/sezione favoriscono un clima positivo. Le azioni interlocutorie, le strategie didattico-comportamentali specifiche e la collaborazione con le famiglie risultano efficaci nel gestire situazioni problematiche. Famiglie e docenti, infatti, negli ultimi due anni, si sono maggiormente avvalsi dello sportello di ascolto e di consulenza psicologica.
    • Inclusione e differenziazione (inclusione, recupero e potenziamento): c’è una costante collaborazione e condivisione delle scelte educative e didattiche per adeguare il processo di insegnamento ai bisogni e alle capacità di ogni singolo alunno. Nell’80% dei casi vengono svolte attività di recupero. La scuola realizza efficacemente l’inclusione di tutti gli alunni, con particolare attenzione a quelli di origine straniera attraverso la creazione di un clima positivo e accogliente, in collaborazione con le famiglie (48,6% abbastanza, 47,1% molto, 2,9% quasi del tutto) e gli enti presenti sul territorio. All’interno di ogni classe vengono attuate attività mirate a valorizzare/potenziare le singole individualità, rimuovendo gli ostacoli all’apprendimento (62,9% molto, 9% quasi del tutto). In particolare, attraverso la didattica laboratoriale (55,7% abbastanza, 34,3% molto) e l’uso di metodologie attive (55,7% abbastanza) si concretizzano il lavoro di recupero individualizzato, il potenziamento e la partecipazione alla vita scolastica. La scuola dedica un’attenzione particolare all’accoglienza degli alunni stranieri. Le insegnanti, nel corrente anno scolastico, hanno maggiormente utilizzato nelle classi attività laboratoriali e didattiche attive, supportate dai corsi di formazione proposti dal Circolo.
    • Continuità e orientamento
  • Pratiche gestionali e organizzative
    • Missione e visione della scuola: Dal questionario di autovalutazione di Istituto emerge l’esigenza di approfondire, in momenti assembleari, la partecipazione attiva dei genitori per una più consapevole condivisione dei principi e degli obiettivi del Piano dell’offerta dell’Istituto.

Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie: il Circolo ha dato un ruolo propositivo nella promozione di politiche formative-territoriali e di coinvolgimento delle famiglie, nella definizione del PTOF. È emerso che la scuola ha partecipato a reti di scuole ed a confronti con il territorio, che hanno migliorato l’offerta formativa, con ricadute educative e didattiche sugli alunni. La percezione dei genitori sulle diverse attività del Circolo è più che positiva, sia in termini di coinvolgimento, sia rispetto alla condivisione delle linee educative e dei valori, mentre c’è una leggera flessione nella partecipazione da parte dei genitori alle attività informali (incontri serali e pomeridiani e iniziative di varia natura).

Eventuali connessioni del progetto all’interno del P.d.M (Piano di Miglioramento)

Dal RAV sono emerse le seguenti priorità, che costituiscono il punto di partenza per l’elaborazione del P.d.M.: i livelli di competenze chiave e di cittadinanza raggiunti dalla maggioranza degli studenti sono positivi e, nella media, i risultati conseguiti sono buoni. Tuttavia emerge che il 12% degli studenti delle classi quinte ha conseguito una valutazione bassa in merito alle competenze civiche e sociali. Si intende migliorare le competenze sociali e civiche nei prossimi anni elevando i risultati raggiunti nella valutazione del comportamento da tutti gli alunni.

L’educazione interculturale contribuisce il modo positivo al raggiungimento degli obiettivi di processo e dei traguardi individuati all’interno del P.d.M.:

  • Progettare e realizzare percorsi educativo-didattici condivisi volti all’acquisizione di competenze sociali e civiche;
  • Adottare strumenti comuni per l’osservazione e la valutazione di competenze chiave e di cittadinanza;
  • Favorire l’apprendimento cooperativo, promuovere metodologie attive e ripensare spazi e tempi, lavorando in una prospettiva di classi aperte.

Favorire la partecipazione attiva, il coinvolgimento e la collaborazione delle famiglie alle iniziative intraprese dalla scuola.

Azioni con le quali è stato implementato il progetto nell’anno scolastico 2019-2020

INTERCULTURA: CULTURE DIVERSE IN DIALOGO

Azione Plessi Classi/sezioni

Esperto

1

Mediatori Culturali

Tutti

Tutte

Ass. Eucrante

2

Accoglienza alunni stranieri

Tutti

Tutte

3

Aiuto compiti per alunni stranieri

Rodari

2BR, 3BR, 4BR, 5BR

Ass. arcobaleno

4

Presepiamo

Frammenti di vita della scuola connessi alla realizzazione di questo progetto

  • ( …link alla pagina del sito dedicata a raccogliere gli articoli aventi come categoria quella connessa a questo progetto)